Giornata mondiale degli insegnanti

Domani 05 ottobre 2023 sarà la giornata mondiale degli insegnanti. Istituita nel 1994 la data del 5 ottobre è stata scelta per commemorare la firma delle Raccomandazioni riguardante lo status dei docenti redatta 28 anni prima a Parigi e fu il risultato di una conferenza organizzata dall’UNESCO e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

In questa mia riflessione vorrei porre alla Vostra attenzione tre personaggi che non hanno bisogno sicuramente di presentazioni: F. Nietzsche, L. van Beethoven e A. Camus. Un filosofo, un musicista e uno scrittore che apparentemente non hanno nulla di comune e sono vissuti in epoche storiche diverse .

Nietzsche è stato il filosofo del XX secolo, diventerà il protagonista del XXI Secolo e il suo Professore F. Ritschl ne parlava in questi termini: “Per quanti giovani talenti io abbia visto svilupparsi sotto i miei occhi in trentanove anni di insegnamento, mai ho conosciuto né mai ho cercato con tutte le forze di far lavorare nella mia disciplina un giovane che fosse così precoce, così giovane, così maturo come questo Nietzsche“.

A scuola il giovane Ludwig van Beethoven non sembrava essere un bimbo come gli altri. Ciò che colpiva quanti lo conobbero allora non fu, come si potrebbe pensare, il suo genio musicale, ma piuttosto l’assoluta mancanza di qualsiasi segno premonitore; Funck, un suo compagno di classe scrisse: “Ciò che colpiva in Ludwig […] era il fatto che a scuola non imparasse assolutamente nulla“; però alla fine 1780 conobbe C. G. Neefe che rimase l’unico vero maestro esercitando sul musicista una benefica influenza sull’eccezionale allievo con la sua nobile eticità e la vasta cultura, degna solo di un vero maestro.

Infine, A. Camus famoso scrittore francese che nel 1957 ricevette il premio Nobel per la letteratura e proprio nel momento in cui il prestigioso premio gli viene assegnato il suo pensiero di gratitudine va all’antico maestro di scuola, L. Germain e gli dedica una poche righe commoventi nella lettera:

CARO SIGNOR Germain,
ho aspettato che si spegnesse il baccano che mi ha circondato in tutti questi giorni, prima di venirle a parlarle con tutto il cuore. Mi hanno fatto un onore troppo grande, che non ho né cercato né sollecitato. Ma quanto mi è giunta la notizia, il mio primo pensiero, dopo per mia madre, è stato per lei, senza quella mano affettuosa che lei tese a quel bambino povero che io ero, senza il suo insegnamento e il suo esempio, non ci sarebbe stato nulla di tutto questo. Non sopravvaluto questo genere d’onore.
Ma è almeno un’occasione per dirle che cosa lei è stato, e continua a essere, per me, e per assicurarle che i suoi sforzi, il suo lavoro e la sua generosità che lei ci metteva sono sempre vivi in uno dei suoi scolaretti che, nonostante l’età, non ha cessato di essere il suo riconoscente allievo.
l’abbraccio con tutte le mie forze.
Albert Camus

Nietzsche, Beethoven e Camus, arrivati a questo punto, hanno un comune denominatore: un maestro il quale è stato capace di saper ascoltare, di saper cogliere le emozioni riconoscerle, elaborarle, coglierne i vantaggi senza farsene travolgere. In questo modo gli insegnanti lasceranno un segno forte nei loro allievi e studenti che nel futuro ritornerà in modo indelebile.

Nella mia piccola e personale esistenza di studente e allievo per la giornata internazionale degli insegnanti vorrei ricordare e pubblicamente ringraziare i miei maestri e in particolare in Prof. di Filosofia Antonio Floccari e il Prof. di Neurofisiologia Adriano Gentilomo che parafrasando Plutarco in me non hanno riempito un sacco ma acceso un fuoco ed proprio ciò che fa un bravo insegnante.

Pubblicato da Michele Cirelli

Psicologo, PhD & Docente di Scuola dell'Infanzia