Le fasi osservative

Momenti di osservazione

Le strategie osservative rappresentano e si traducono potenzialmente in tecniche e strumenti che, in relazione al quadro teorico di riferimento, forniscono una quantità di dati pressoché infinita. Pertanto è indispensabile che maestri e insegnanti che si apprestano a osservare siano nelle condizioni di impiegare adeguatamente tali strumenti che meglio rispondono alle esigenze emerse nel contesto scolastico. La conoscenza delle dinamiche comportamentali, i livelli di apprendimento e le relazioni interpersonali sono per noi insegnanti il fine del percorso formativo ed educativo di ciascun allievo/a. Durante l’anno scolastico l’osservazione condotta nei vari momenti permette al docente di acquisire una conoscenza a tutto campo del bambino/a e possiamo suddividere le occasioni per osservare in:

  • Periodo dell’accoglienza: è un momento importantissimo per conoscere i bambini e le bambine e rilevare le loro esigenze e i propri bisogni;
  • Situazioni di attività: tutte le occasioni più o meno strutturate nel corso dell’anno scolastico per individuare e focalizzare la nostra attenzione sulle modalità di apprendimento, sulle competenze, nel gioco e nel livello di partecipazione;
  • Momenti di routine: indispensabili per conoscere il livello di autonomia personale come ad es. il rapporto con il cibo, il rispetto delle regole, l’igiene personale…
  • Termine del percorso formativo: rappresenta il momento conclusivo in vista della valutazione e della documentazione finale.

In tali contesti quindi non mancheranno le occasioni e i momenti per mettere in atto procedure e tecniche osservative, l’essenziale è saper cogliere il comportamento del bambino/a per poter interpretare con cognizione di causa ciò che abbiamo rilevato. Osservare non significa guardare e perciò dobbiamo distinguere in ogni sessione osservativa diverse fasi che possiamo enucleare in tal modo:

  1. Individuazione del campo di osservazione (comportamento, fenomeno, reazione, situazione, livello di apprendimento). In questa prima fase è importante centrare l’aspetto da osservare circoscrivendo la problematica.
  2. Scelta del metodo o del modello osservativo più idoneo di riferimento (approccio piagetiano, etologico, sistemico…)
  3. Scelta degli strumenti e delle tecniche calibrati sui modelli e soprattutto sugli obiettivi prefissati.
  4. Conduzione dell’osservazione, la scelta dell’osservatore e la gestione del momento o dei momenti e dei tempi.
  5. Registrazione dei dati raccolti durante il periodo di osservazione con tutte le modalità che possano garantirne la sistematicità, la fedeltà e l’obiettività.
  6. Analisi e interpretazione dei dati raccolti per individuare le caratteristiche, gli elementi variabili e la quantificazione del comportamento osservato.

In conclusione, “l’osservazione […] è uno strumento essenziale per condurre la verifica della validazione e della adeguatezza del processo educativo” (D.M. 3 giugno 1991).

Pubblicato da Michele Cirelli

Psicologo, PhD & Docente di Scuola dell'Infanzia